Campagne Facebook: impariamo dal passato per misurarne il successo dopo iOs14
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ToggleMonitorare e tracciare le nostre campagne Facebook adesso è sempre più complicato, a seguito delle nuove regole introdotte da Apple. Ci eravamo abituati a tantissime informazioni che la piattaforma di Facebook ci forniva, che adesso ci sentiamo un po’ svuotati, quando dobbiamo fare un report oppure ottimizzare. Facebook Analytics non c’è più, Audience Insight è cambiato e l’update iOs14 ha sballato i nostri report.
Di conseguenza la vera domanda è:
“senza essere in grado di tracciare i clienti attraverso le app, puoi misurare se il tuo annuncio di Facebook ha davvero successo? “
Per chi fa marketing digitale, da poco, questo potrà sembrare impossibile, ma i veterani, che sono cresciuti a Pane e senza pixel, possono dare qualche spunto e soluzione a queste problematiche.
Partiamo intanto dall’idea che “non esiste un’unica fonte di verità”.
E che in passato, da quando il marketing è esistito si è sempre cercato di misurare, analizzare e ottimizzare, con gli strumenti del proprio tempo.
Quindi sì, ad oggi possiamo misurare ugualmente, il successo delle nostre campagne Facebook, (se ci pensi bene in passato non avevamo tutti questi strumenti) e non abbiamo bisogno di un tracker di terze parti per farlo.
É tempo di spolverare i 4 modelli di attribuzione, della vecchia guardia, che sono stati utilizzati da prima che il monitoraggio dell’attività di un utente su Internet diventasse così semplice.
I 4 modelli di attribuzione dei veterani del marketing
#1: MODELLO DI ATTRIBUZIONE DEGLI SPOT IN TV
(Usa un URL del sito web o un numero di telefono univoco)
Prendendo in prestito da questo modello, potremmo tornare a utilizzare l’URL di un sito web univoco o il numero di telefono specifico che mostriamo solo su quell’annuncio di Facebook.
Utilizzare gli UTM per supportarti su Google Ads è un buon modo per tenere traccia.
#2: MODELLO DI ATTRIBUZIONE CARTELLONI PUBBLICITARI
(Punta e segmenta su località specifiche e misura le vendite da quell’area)
Per applicare questo modello alla alle tue campagne Facebook, puoi eseguire il targeting locale. Ad esempio, puoi scegliere come target a livello regionale, provinciale, cittadino e poi, dopo 2-3 mesi, tornare indietro per misurare le vendite totali di quelle aree. Se suddividi gli annunci per determinate aree geografiche, avrai modo di misurare in modo più preciso l’efficacia di quell’annuncio e di conseguenza ottimizzare le aree deficitarie. Più segmenti e frammenti, più è semplice misurare.
#3: MODELLO DI ATTRIBUZIONE: coupon
(Il caro e vecchio coupon univoco)
Il modello del coupon è probabilmente uno dei modelli più ovvi. Utilizzare codici coupon univoci collegati a offerte o canali specifici, ci aiuta tantissimo. Se pubblichiamo un annuncio Facebook con un codice è molto più semplice tenere traccia di quante vendite sono arrivate da Facebook in base a quante volte il codice coupon è stato riscattato. Spesso ho utilizzato questo strumento, negli e-commerce, ad esempio, con il classico WELCOME COUPON, in promo specifiche, ma non solo anche per portare gente offline ad un evento, o in un negozio locale. Per questa tipologia puoi utilizzare le campagne messaggi connesse ad un bot, oppure una semplice campagne di generazione contatti. Se a questi aggiungi e integri Mailchimp o Active campaign, hai fatto bingo!
#4: MODELLO DI ATTRIBUZIONE PER ATTIVITA’ CON LUNGHI PROCESSI DI VENDITA:
(Crea un’offerta in una fase precedente per acquisire i dettagli del cliente)
L’ultimo modello di attribuzione riguarda le aziende che lavorano con un ciclo di vendita più lungo come automobili, case ad esempio. Questo modello funziona molto bene per i marchi che offrono articoli o servizi a prezzo più elevato che in genere non vengono acquistati d’impulso. Ciò significa che l’azienda dovrà investire più tempo nel coltivare quei clienti. Nelle nostre campagne Facebook, potremmo utilizzare contenuti specifici per nutrire i lead acquisiti.
Il segreto per utilizzare le inserzioni di Facebook per articoli di alto livello è ripensare all’offerta iniziale, creando un’offerta in una fase precedente, all’inizio ad esempio, in grado di catturare i dettagli del cliente. Invece di concentrarsi sul guadagno sin da subito, è necessario concentrati sulla raccolta dei lead.
Una volta ottenuto un numero di lead, passiamo a creare annunci di remarketing, webinar e punti di contatto aggiuntivi che alla fine possono portare alla vendita. Su alcuni business, l’approccio Push ormai può non funzionare più. Nella nostra epoca, in cui l’utente ha una grande consapevolezza, poca fiducia, è importante comprendere che non bisogna concentrarsi, inizialmente sulla vendita. Utilizzando questo approccio, in ottica più soft e Funnel se vogliamo, diventiamo meno minacciosi. Non stiamo chiedendo molti soldi, ma solo un indirizzo email.
Questo modello di attribuzione richiede più monitoraggio, perché dobbiamo essere in grado di seguire il percorso del cliente attraverso ogni punto di contatto e quindi avere un crm e l’attività di un project in grado di aggiornare i dati.
In conclusione, dobbiamo essere in grado di raccogliere, analizzare e interpretare i dati da varie fonti e punti, per riuscire a misurare l’efficacia dei nostri annunci.
Questo approccio, lavoro, non è qualcosa che è cambiato con le nuove leggi sulla privacy e le restrizioni di tracciamento. Ciò che è cambiato è che non possiamo fare affidamento esclusivamente su una piattaforma come Facebook per eseguire tutto il monitoraggio e l’analisi dei dati. Dobbiamo integrare strumenti come Google Analytics 4, CRM e persone.
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